IL MAUD.IT ON LINE!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
redazione: witwitwit@virgilio.it
QUESTO BLOG E’ STATO PENSATO E REALIZZATO PER MOZILLA FIREFOX. NON E’ PERCIO’ GARANTITA UNA PERFETTA VISUALIZZAZIONE ANCHE PER INTERNET EXPLORER.
(dal n.8 di MAUD.IT del 19/12/06)
Il triste destino del pensatore moderno è di dover costatare l’amaro fallimento di ogni rivoluzione. Dalla Francia alle Americhe, fino alla Russia ed alla Cina, infatti, il seme della sovversione è sempre germogliato in sistemi politici solo apparentemente rivoluzionari, ma in realtà figli naturali e prediletti degli schemi conservatori precedenti. Si resta soli e disarmati, quando la voce inquieta della storia ci sussurra la verità, ed altro non si può fare che interrogarsi sulle cause dell’eterna debacle rivoluzionaria. E’ vero, la si potrebbe attribuire alla natura volubile dell’essere umano, oppure - come aveva ipotizzato il giovane Hegel per
(dal n.10 di MAUD.IT del 9/2/07)
Per generazione intendo ogni singola vittima della cultura occidentale. Una cultura che oltre a massacrare le altre culture, necessariamente massacra se stessa. Siamo una Generazione cresciuta col mito della televisione, la fonte di verità da accettare per essere vivi e riconosciuti tali. Verità che conducono a stereotipi ripetuti, a intervallo ciclico, da romanzi da vetrina, da giocattoli per bambini, da locali eccentrici e riviste pornografiche. Già, perchè la pornografia non è il mostrare un amplesso, ma mostrare la perversione a cui siamo giunti senza accorgercene, una perversione subliminale, ancora più distruttiva, che esplode senza riuscire a controllarla. Una deviazione mentale verso la contronatura dello stereotipo da seguire dell'attore stallone, della bambola calda, della Porsche, della Laurea in Economia, della villa in centro, del colletto bianco, del cellulare satellitare e del porto d'armi. Una lista infinita di cose che dobbiamo avere per riuscire ad essere felici, una lista infinita di porcherie di cui non abbiamo bisogno, per cui ci consumiamo facendo un lavoro che odiamo per poterle raggiungere. Siamo una Generazione che non ha più uno scopo, se non quello di raggiungere questi obiettivi, una Generazione che vorrebbe pensare ma non ne ha il tempo, troppo presa a farsi risucchiare dal vortice di una realtà in decomposizione ma che ai nostri occhi appare splendente. Il mito del sesso, il mito del denaro, il mito del terrorismo. La nostra regola è essere ossessionati dai nostri mezzi di comunicazione, la nostra etica è morire lentamente di suicidio cerebrale. Leggiamo giornali che non dicono niente, guardiamo film che ripetono in modo ossessionante la stessa, inutile, dannosa, storia. Siamo la cultura che esporta se stessa all'estero, consapevole di essere migliore. (Il Writer)
Nessun commento:
Posta un commento