lunedì 19 febbraio 2007

Comunicazione

IL MAUD.IT SBARCA A "LA SAPIENZA"!

Il momento tanto atteso è finalmente arrivato. E' stato infatti programmato per domani (20 Febbraio 2007) la prima affissione del "Maud.it" al tempio della cultura capitolina. Dopo soli tre mesi quindi dalla "storica" fondazione, il giornale si sdoppia ed inizia così la tanto attesa "colonizzazione" nella prima università di Roma. Oltre al numero corrente , saranno quindi ristampati e riaffissi per l'occasione, anche i numeri 8 e 10 del giornale.

domenica 18 febbraio 2007

Editoriale del Maud.it numero 11 del 19 Feb '07


FAR FINTA DI ESSERE SANI
La filosofia critica si è occupata a più riprese di scovare e condannare i molteplici mezzi mediante i quali la disciplina ed il potere si sono “impossessati” delle nostre coscienze e delle nostre capacità di giudizio. Ma forse si è trascurato più volte di ricordare che questo razionale e cinico assoggettamento non coinvolge in assoluto soltanto la nostra anima e che anzi è allo stesso modo rivolto anche nei confronti del corpo. Un corpo che nella nostra cultura ha perduto tutta la sua immensa sacralità: svilito dalla religione prima, mercificato dalla pubblicità poi. Non intendo perdermi però in discussioni teoretiche su tale concetto, proprio perché credo che un intellettualismo a riguardo non possa fare altro che mistificare ulteriormente questo già consolidato gioco di specchi. Quello che intendo fare sarà quindi soltanto precisare un vergognoso dato di fatto. Ovvero dichiarare, con amara consapevolezza, d’esserci (in quanto essere umano) soltanto alla stregua di una cavia. Sarò diretto: io credo che la scienza medica (come ogni altra forma di tecnologia) non si possa davvero più considerare solo in termini di progresso. Anzi, io sono profondamente convinto che la medicina oggi sia una delle maggiori forme di alienazione. Medici, cliniche e farmaci vari hanno dato vita così ad un nuovo esemplare di essere umano, un homo aeger che vive nell’inconsapevolezza d’essere tale. La medicina non guarisce più. Non ci restituisce la sanità perduta (nella migliore delle ipotesi) ma ci fa adagiare perfettamente nella nostra stessa malattia. Viviamo e facciamo finta d’essere sani, anche se in fondo non lo siamo. Ed invece siamo profondamente malati, in milioni di modi differenti, ma nonostante tutto riusciamo a vivere, grazie ai più miracolosi farmaci, come se nulla fosse. Come se davvero fossimo sani. Non è portentoso tutto questo? Ed intanto leggo, per fare un esempio, che gli Europei assumono il doppio degli antibiotici veramente necessari. E che un tale uso spropositato, alla lunga, favorirebbe addirittura gli stessi batteri che intanto si stanno evolvendo in maniera sempre più importante. C’è chi pensa persino che fin troppo presto alcune malattie da cui oggi ci sentiamo protetti, torneranno ad essere letali. Il fatto è che più si abusa degli antibiotici (sempre per continuare con questo esempio) e più ceppi resistenti di batteri si possono sviluppare. Ma come è possibile che si sia arrivati a questo punto? Invero non c’è da meravigliarsene più di tanto se si pensa che oggi in Italia il 6% dei ragazzi (solo per fare un altro esempio) fa abitualmente uso di antidepressivi. Ma sono queste solamente alcune piccole considerazioni personali (sicuramente non le ultime che farò a tal proposito). Ciò che importa è constatare il triste fatto che ormai l’unica soluzione per qualsiasi cosa sembra sia soltanto quella di rivolgersi ai propri fidati medici. E la medicina oggi è senza ombra di dubbio il mercato in più importante ascesa. E per questo anche quello più denso di tristi speculazioni. Una soluzione a tutto questo immondo stato di cose probabilmente non c’è. O forse si. Ipocondriaci di tutto il mondo unitevi!

mercoledì 14 febbraio 2007

Dal Maud.it numero 10 del 09 Feb '07


IL DIO VISIBILE

Parafrasando Marx: la svalutazione del mondo degli uomini va di pari passo alla valorizzazione del mondo delle cose. E la cosa, l’oggetto per antonomasia, quello che da solo può permettersi di possedere tutti gli altri, questo valore onnipotente è oggi il denaro, quel “dio visibile” come già amabilmente lo apostrofò Shakespeare. Ma il feticismo che questo nostro nuovo archè comporta è di per sé disumanizzante: è ciò che già Simmel indicò con la formula dell’oggettivizzazione della soggettività. E così il denaro diviene la misura di tutte le cose, l’unico vero autentico criterio di giudizio a cui potersi appellare. Ed ecco che non esiste più il bello né il brutto; né il buono e il cattivo. E neppure il giusto si distingue più da ciò che non lo è. Basta soltanto un piccolo sacrificio (economico) ed ogni cosa si trasforma nel suo perfetto contrario. Così anche chi sta dalla parte del torto, con un minimo sforzo, può permettersi tutta la ragione di cui ha bisogno. I valori vengono così rimessi fatalmente in discussione, praticamente svuotati d’ogni significato. Oggigiorno non si può nemmeno più parlare d’ontologia. Perchè dov’era l’essere è di fatto subentrato in ogni sua parte l’avere! Io sono ciò che ho, ciò che possiedo. E valgo soltanto nella misura in cui riesco ad apparire. E’ come se l’accidente di per sé avesse sostituito la stessa essenza: categorie che vivono indipendentemente da loro sostanza. Ed è questo anche il criterio del nuovo rapporto dialogico: non più il confronto, ma la dialettica alienante del bisogno e del suo soddisfacimento.

Editoriale del Maud.it numero 3 del 13 Nov '06


CARTA VINCE, CARTA PERDE

La macchina politica si rivolge all'individuo, coinvolgendolo sotto ogni punto di vista. Si muove a livello subliminale ma lo fa con una modalità feroce ed espansiva. Lo fagocita pian piano ma in maniera totalizzante (e totalitaria); soprattutto lo anestetizza impiguendolo di nuova retorica buonista e di consuete frasi fatte. Spaccia gli stessi secolari valori, trasmutati nella forma ma non nella sostanza. La macchina politica crea così la sua legittimità: dà sfoggio di potere e lo fa tramite le libertà che così abilmente dispensa e concede. Ci insegna perciò a scegliere tra "un qualcosa che assolutamente non ci piace" ed "un qualcosa che proprio non vorremmo"; la macchina politica è il vessillo della civiltà. E' una scatola cinese, una ruota che gira. E che non si ferma mai. Perchè se si fermasse sarebbe palese il suo gioco di specchi. L'ipocrisia del sistema. L'irrazionalità delle proprie ragioni. L'illiberalità dei propri diritti. Il fatto che ogni valore è realmente e soltanto un consolidato pregiudizio. La giustizia equivale all'utile. La tolleranza all'emarginazione. Il perdono al borghese paternalismo di certi nostri giudizi. E’ come il gioco delle tre carte: la consapevolezza di poter realmente partecipare è soltanto illusoria. E’ l’apparenza che prende corpo dietro il suo precetto. E’ la classica regola da non rispettare. Non siamo realmente noi i demiurghi! Eccoci: siamo le pedine di un gioco che ci rende inconsapevoli protagonisti delle nostre quotidiane “non scelte”. Ogni singolo sforzo, anche il più coraggioso, risulta quindi vano specialmente poichè ogni nostra energia viene fatalmente spesa al fine di soddisfare i nostri desideri più grandiosi. Ma il punto è ancora una volta questo: noi stiamo perseguendo sogni che non ci appartengono realmente. Giù la maschera allora: ogni macchina politica con la sua squallida retorica di potere è perciò funzionale solamente ad una ormai consolidata dittatura di mercato che ovunque dirama i suoi tentacoli nel nome della "santa" globalizzazione. Ma globalizzare altro non significa che espropiare l'uomo di ciò che appartiene all'uomo in virtù dei suoi sconosciuti bisogni. Indotti. E per questo non necessari. E' il nuovo colonialismo, gente!

martedì 13 febbraio 2007

Comunicazione


IL MAUD.IT ON LINE!
Benvenuti sul blog del "MAUD.IT - Il libero pensatore"!!!