domenica 18 febbraio 2007

Editoriale del Maud.it numero 11 del 19 Feb '07


FAR FINTA DI ESSERE SANI
La filosofia critica si è occupata a più riprese di scovare e condannare i molteplici mezzi mediante i quali la disciplina ed il potere si sono “impossessati” delle nostre coscienze e delle nostre capacità di giudizio. Ma forse si è trascurato più volte di ricordare che questo razionale e cinico assoggettamento non coinvolge in assoluto soltanto la nostra anima e che anzi è allo stesso modo rivolto anche nei confronti del corpo. Un corpo che nella nostra cultura ha perduto tutta la sua immensa sacralità: svilito dalla religione prima, mercificato dalla pubblicità poi. Non intendo perdermi però in discussioni teoretiche su tale concetto, proprio perché credo che un intellettualismo a riguardo non possa fare altro che mistificare ulteriormente questo già consolidato gioco di specchi. Quello che intendo fare sarà quindi soltanto precisare un vergognoso dato di fatto. Ovvero dichiarare, con amara consapevolezza, d’esserci (in quanto essere umano) soltanto alla stregua di una cavia. Sarò diretto: io credo che la scienza medica (come ogni altra forma di tecnologia) non si possa davvero più considerare solo in termini di progresso. Anzi, io sono profondamente convinto che la medicina oggi sia una delle maggiori forme di alienazione. Medici, cliniche e farmaci vari hanno dato vita così ad un nuovo esemplare di essere umano, un homo aeger che vive nell’inconsapevolezza d’essere tale. La medicina non guarisce più. Non ci restituisce la sanità perduta (nella migliore delle ipotesi) ma ci fa adagiare perfettamente nella nostra stessa malattia. Viviamo e facciamo finta d’essere sani, anche se in fondo non lo siamo. Ed invece siamo profondamente malati, in milioni di modi differenti, ma nonostante tutto riusciamo a vivere, grazie ai più miracolosi farmaci, come se nulla fosse. Come se davvero fossimo sani. Non è portentoso tutto questo? Ed intanto leggo, per fare un esempio, che gli Europei assumono il doppio degli antibiotici veramente necessari. E che un tale uso spropositato, alla lunga, favorirebbe addirittura gli stessi batteri che intanto si stanno evolvendo in maniera sempre più importante. C’è chi pensa persino che fin troppo presto alcune malattie da cui oggi ci sentiamo protetti, torneranno ad essere letali. Il fatto è che più si abusa degli antibiotici (sempre per continuare con questo esempio) e più ceppi resistenti di batteri si possono sviluppare. Ma come è possibile che si sia arrivati a questo punto? Invero non c’è da meravigliarsene più di tanto se si pensa che oggi in Italia il 6% dei ragazzi (solo per fare un altro esempio) fa abitualmente uso di antidepressivi. Ma sono queste solamente alcune piccole considerazioni personali (sicuramente non le ultime che farò a tal proposito). Ciò che importa è constatare il triste fatto che ormai l’unica soluzione per qualsiasi cosa sembra sia soltanto quella di rivolgersi ai propri fidati medici. E la medicina oggi è senza ombra di dubbio il mercato in più importante ascesa. E per questo anche quello più denso di tristi speculazioni. Una soluzione a tutto questo immondo stato di cose probabilmente non c’è. O forse si. Ipocondriaci di tutto il mondo unitevi!

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