L'ESIGENZA D'ESSERE "FANCIULLO" Tentativo di autocritica
Il ruolo della filosofia critica (lo dice la parola stessa) è proprio quello di criticare, ovvero di esaminare e di riflettere su determinate questioni che di volta in volta possono presentarsi o su cui ci si vuole fermare a ragionare. Questo però può comportare il rischio d’incappare talvolta in un inutile atteggiamento polemico, atto solamente a distruggere tutto, senza nessuna premura quindi di preoccuparsi in alcun modo anche di ricostruire, partendo proprio dalle macerie che si è contribuito, con le proprie idee, a creare. Ammoniva saggiamente il buon vecchio Nietzsche: per raggiungere la grandezza superomista lo spirito deve incorrere in tre distinte metamorfosi. Perciò dapprima deve vivere come vive il cammello (costretto dunque a sopportare il peso delle tradizioni e della morale); dopodiché lo spirito deve diventare leone, proprio perché è necessario dire “no” all’abitudine e al dovere. Ma il leone è uno spirito distruttivo che tutto devasta con la sua ferocia e la sua incontrollata smania di libertà. Occorre perciò in ultima istanza che lo spirito diventi fanciullo, perché impari anche a creare e a dire “si”. Esattamente come fa un bambino quando gioca con i propri sogni.
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