INCONTRO CON "DINERO GRATIS"
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All'interno della Facoltà di Lettere e Filosofia di Tor Vergata è apparso, in questi giorni, un volantino in cui i neo-consiglieri di facoltà Valentina Pochesci e Massimiliano Macera annunciano il loro allontanamento dal movimento di AZIONE UNIVERSITARIA, per potersi dedicare – dicono – esclusivamente alle esigenze di tutti gli studenti, indipendentemente dal partitismo politico. Massimiliano e Valentina ci hanno poi contattato, scegliendo MAUD.IT, per spiegare con un’intervista, le motivazione che li hanno spinti ad abbandonare AZIONE UNIVERISTARIA.
Benissimo cari Max e Valentina, perché avete scelto proprio il Maud.it come canale di comunicazione?
V.: Innanzitutto volevamo ringraziarvi per l’occasione che ci state concedendo. Sapevamo che su di voi potevamo contare proprio perché da sempre abbiamo riconosciuto nel Maud.it un giornale assolutamente autonomo ed apartitico. E difatti la nostra intenzione è quella di rivolgerci a tutti gli studenti (in quanto ne siamo i rappresentanti) indipendentemente dai vari colori politici.
M.: Anche perché, a dirla tutta, prima di voi ci siamo rivolti ad altri giornali e non abbiamo ricevuto la stessa disponibilità. Siamo stati infatti censurati, e non solo sui giornali di destra, ma anche da quelli che si professavano apolitici e indipendenti (come ad esempio “Universitor.it”). Quindi questa rappresenta per noi una grande opportunità!
Vi ringraziamo, ma veniamo al punto: da cosa è scaturita la vostra decisione di abbandonare AZIONE UNIVERSITARIA?
M.: Da tempo ormai non eravamo d'accordo con la “linea” su cui AZIONE UNIVERISTARIA si muoveva. La dirigenza infatti non si curava di chi spontaneamente cercava di dare il proprio contributo e le persone vengono oramai piuttosto usate soltanto come numeri per espandersi sul territorio.
V.: Inoltre i dirigenti continuano a prendersi personalmente il merito di ogni successo (presunto od effettivo) ottenuto talvolta senza neppure fare il minimo sforzo e senza concedere neanche un minimo rimborso per le spese sostenute per la propaganda (di volantini e manifesti comunque imposti “dall’alto”). Come è ad esempio accaduto per l’ultima elezione dei consiglieri di Facoltà avvenuta tra il 20 ed il 21 Febbraio.
E a proposito di queste elezioni di facoltà, che tra l’altro si sono dovute ripetere a causa del non raggiungimento del quorum, come si è schierato il vostro ormai “ex partito” per ciò che concerneva i risultati?
V.: Si, le elezioni si sono dovute ripetere nei giorni 27 e 28 e nemmeno in quel caso è stato raggiunto il quorum con la conseguente elezione di tutti i candidati. Solamente 120 persone hanno votato e noi abbiamo ottenuto 45 voti in due. E nonostante tutto questo la propaganda di AZIONE UNIVERSITARIA ha stampato titoli che inneggiavano alla grande vittoria nella facoltà storicamente “rossa” (vedi l’articolo pubblicato sul sito www.ladestra.info, che poi ha comunque dato la possibilità a Max e Valentina di controbattere per spiegare come effettivamente stavano le cose).
M.: Noi siamo stati da subito contrari a tutta questa informazione distorta e mistificata ma hanno sempre trovato il modo di zittirci.
In che modo?
V.: Attraverso una vera e propria censura: il giornale per cui io stessa scrivevo, “Il Bersaglio”, ha incominciato a tagliare i nostri articoli, o al limite li cambiavano di titolo. O semplicemente non pubblicavano correttamente quello che scrivevamo. Imponendoci per di più di affiggere sempre il loro logo su ogni cosa che pubblicavamo.
M.: Esemplificativo è il fatto che non appena lasciato il movimento, siamo stati banditi dal forum di AZIONE UNIVERSITARIA, sono stati cancellati i nostri interventi e siamo stati diffamati, praticamente messi alla gogna. D'altronde AZIONE UNIVERSITARIA assomiglia sempre più ad una setta.
Una setta? Puoi spiegarti meglio?
M.: Certo: come saprete, all'interno del partito di ALLEANZA NAZIONALE convivono diverse correnti e quella che aspira alla dirigenza è chiamata DESTRA PROTAGONISTA (oggi si cela sotto diverse associazioni guidate dagli stessi onorevoli), ed i suoi giovani “rampolli” si rifanno al settore giovanile GENERAZIONE PROTAGONISTA (ed è quella a cui maggiormente fa riferimento anche AZIONE UNIVERSITARIA a Tor Vergata). Bene, questa corrente per così dire maggioritaria esercita da sempre un vero e proprio potere assoluto su tutti i membri del partito. Inoltre i dirigenti, attraverso un sistema di scatole cinesi, hanno moltissimi agganci con vari esponenti politici che supportano alacremente. E tutto questo, come potete intuire, garantisce parecchi introiti economici, in barba agli ideali!
Scusateci, potreste spiegarci meglio quale sia la linea d'azione di questo movimento dirigente?
V.: Innanzi tutto quello di creare consensi all'interno delle facoltà, in cui non c'è una destra rappresentativa. Dopodiché cercano di creare una sorta di “blocco numerico” per impiegare un’ingente forza massificata sul territorio, schierandosi addirittura anche contro tutte le altre correnti minoritarie della destra, allontanando per esempio gli stessi esponenti della destra sociale.
M.: Operano una vera e propria selezione, se non ti uniformi alle direttive emanate dalla dirigenza sei tagliato fuori da ogni tipo di attività. Queste persone non fanno politica, sono affaristi e abili manipolatori, operano un vero e proprio lavaggio del cervello nei confronti di chi vuole avvicinarsi alla militanza di destra.
V.: Il divario tra la dirigenza e la militanza poi sta diventando davvero sempre più incolmabile. Basti pensare che, pochi mesi dopo in cui noi siamo stati impegnati nella manifestazione contro la riforma Mussi, organizzata dallo stesso partito, il senatore di AZIONE UNIVERSITARIA ha pronunciato un discorso in cui si professava favorevole nei confronti di tale riforma (l’intervista è chiaramente pubblicata nel numero 187 di Marzo del periodico “Campus”). Insomma non c’è coerenza. E neppure più il rispetto per noi militanti. Inoltre c’è un’ultima cosa che credo sia davvero spiacevole se non addirittura molto grave…
A cosa alludi Valentina?
V.: Tornando alla nostra Facoltà di Lettere e Filosofia, alcuni militanti di AZIONE UNIVERSITARIA provenienti da altri atenei (e nella fattispecie da Giurisprudenza ed Economia), hanno occupato illegittimamente la nostra auletta, dapprima adibita al Movimento, cambiandone la serratura. Di fatto quell’aula non gli spetta. Poiché spetta invece agli studenti del nostro Ateneo!
M.: Come consiglieri siamo ormai indipendenti e non più affiliati al partito. E perciò AZIONE UNIVERSITARIA non ha più alcun rappresentante nel Consiglio di Facoltà che giustifichi tale occupazione.
E come avete deciso di comportarvi a riguardo?
V. e M.: Sicuramente la rivendicheremo. Vorremmo riprenderci quest'aula che ci spetta al fine di utilizzarla, assieme a chiunque sia interessato, per portare avanti dibattiti ed iniziative culturali in modo completamente apartitico all’interno della nostra Facoltà. Ci rivolgeremo perciò al più presto al nostro preside per richiedere la legittimazione di questa nostra istanza.
LA REPUBBLICA DELLE BANANE
Politiche di oggi, politiche di ieri. Nuovi protagonisti ma lo stesso identico sfacelo. Se dovessi fare i nomi, l’attacco sarebbe trasversale: da destra a sinistra, eppoi da sinistra a destra. Senza nessuna tregua, senza alcun accorgimento. Da destra e da sinistra, ma sempre e soltanto per ritrovarsi, comunque sia, ancorati ad un unico e comune centro. E già: “Che cos’è la destra? Cos’è la sinistra?”. Perché la verità è che non c’è assolutamente nessunissima differenza, se non di facciata: due squadre speculari ed identiche; regole cambiate a proprio piacimento ogni volta lo si ritiene più opportuno (vedi legge elettorale); leggi ad personam contro governi sfiduciati da Senatori a vita, che sono stati nominati da tutti fuorché dal popolo. Cara democrazia… (cristiana).
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(dal n.8 di MAUD.IT del 19/12/06)
Il triste destino del pensatore moderno è di dover costatare l’amaro fallimento di ogni rivoluzione. Dalla Francia alle Americhe, fino alla Russia ed alla Cina, infatti, il seme della sovversione è sempre germogliato in sistemi politici solo apparentemente rivoluzionari, ma in realtà figli naturali e prediletti degli schemi conservatori precedenti. Si resta soli e disarmati, quando la voce inquieta della storia ci sussurra la verità, ed altro non si può fare che interrogarsi sulle cause dell’eterna debacle rivoluzionaria. E’ vero, la si potrebbe attribuire alla natura volubile dell’essere umano, oppure - come aveva ipotizzato il giovane Hegel per
(dal n.10 di MAUD.IT del 9/2/07)
Per generazione intendo ogni singola vittima della cultura occidentale. Una cultura che oltre a massacrare le altre culture, necessariamente massacra se stessa. Siamo una Generazione cresciuta col mito della televisione, la fonte di verità da accettare per essere vivi e riconosciuti tali. Verità che conducono a stereotipi ripetuti, a intervallo ciclico, da romanzi da vetrina, da giocattoli per bambini, da locali eccentrici e riviste pornografiche. Già, perchè la pornografia non è il mostrare un amplesso, ma mostrare la perversione a cui siamo giunti senza accorgercene, una perversione subliminale, ancora più distruttiva, che esplode senza riuscire a controllarla. Una deviazione mentale verso la contronatura dello stereotipo da seguire dell'attore stallone, della bambola calda, della Porsche, della Laurea in Economia, della villa in centro, del colletto bianco, del cellulare satellitare e del porto d'armi. Una lista infinita di cose che dobbiamo avere per riuscire ad essere felici, una lista infinita di porcherie di cui non abbiamo bisogno, per cui ci consumiamo facendo un lavoro che odiamo per poterle raggiungere. Siamo una Generazione che non ha più uno scopo, se non quello di raggiungere questi obiettivi, una Generazione che vorrebbe pensare ma non ne ha il tempo, troppo presa a farsi risucchiare dal vortice di una realtà in decomposizione ma che ai nostri occhi appare splendente. Il mito del sesso, il mito del denaro, il mito del terrorismo. La nostra regola è essere ossessionati dai nostri mezzi di comunicazione, la nostra etica è morire lentamente di suicidio cerebrale. Leggiamo giornali che non dicono niente, guardiamo film che ripetono in modo ossessionante la stessa, inutile, dannosa, storia. Siamo la cultura che esporta se stessa all'estero, consapevole di essere migliore. (Il Writer)